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Proviamo a ripartire dall’amore genitoriale
Si è letto in questi giorni sui quotidiani a proposito di “quei genitori che avvelenano le scuole di calcio” e potremmo aggiungere con cognizione di causa quei genitori che avvelenano regolarmente le varie possibili scuole frequentate dai figli.
Ricordiamo che l’amore genitoriale per unicità ed eccellenza dovrebbe essere all’insegna della gratuità in linea con il sacro principio del vero bene dei figli,
vero bene che si concretizza nell’essere amorevolmente erudito, accompagnato e guidato, durante la delicata età della formazione, ad esprimersi e manifestarsi secondo le proprie risorse e le proprie potenzialità all’insegna di quel filo rosso coerente qual è il sacro rispetto di se stessi, degli altri e del dono della vita.
In detta complessa fase formativa, del piccolo/giovane, caratterizzata dalla naturale dipendenza dalle figure di riferimento, il genitore, agevolato dalla fiducia privilegiata di cui gode da parte di questi, ha il dovere morale e civile di fornirgli attraverso l’esempio e i sani criteri della comunicazione onesta tutto il bagaglio di risorse psicologiche e mentali raccolte sotto il titolo di capacità affettive adeguate e funzionali per la persona.
Per capacità affettive adeguate e funzionali si intende praticamente tutto “ il fare” dell’individuo.
Detto “fare” sostanziato negli intenti, nei sentimenti, negli atteggiamenti, nelle azioni e nei comportamenti può essere considerato la luce riflessa dell’educazione e degli insegnamenti ricevuti; bagaglio che comprende essenze valoriali quali:
$1- Capacità di distinguere il bene dal male;
$1- Accettazione e rispetto delle regole;
$1- Accettazione incondizionata del prossimo;
$1- Rispetto delle autorità;
$1- Capacità di impegno e senso di responsabilità;
$1- Capacità di distinguere il fare dall’essere;
$1- Coscienza degli indiscutibili diritti e doveri.
L’elenco potrebbe protrarsi, ma qualunque mente sana può farlo autonomamente.
Il genitore che vuole sostituirsi al Mister, all’Insegnante o al Maestro a suon di critiche o insinuazioni malefiche non solo dispiace a questi e gli impedisce di fare serenamente il proprio lavoro, ma soprattutto imbroglia e confonde il proprio figlio deragliandolo in direzione di una lettura del mondo esterno come un luogo arido, sleale,nemico e faticoso che lo induce a nutrire diffidenza, superficialità, ostilità e RABBIA la quale inevitabilmente un giorno esploderà.
Sappiamo tutti di come la rabbia esplode ogni giorno.
Dott.ssa Elisabetta Vellone