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… ora si che siamo davvero poveri!
Questa nostra società continua a dare segni inconfutabili di come gli individui, nessuno escluso, siano divenuti progressivamente poveri e gretti, poveri nello spirito e nell’intelletto compresi
gli arricchiti, i benestanti e i potenti ciò è dimostrato dall’alta percentuale di straccioni, miserabili, accattoni e parassiti che escono continuamente dalle fogne collettive infestando la società.
Si è quasi completamente perso il senso del buono e quello del bello all’insegna della gratuità. Gli occhi dei più appaiono bui, contriti ed assenti non più viatici di desiderio di incontro e di scambio, di voglia di conoscenza, di desiderio di contatto umano e di bisogno di amicizia, allegria ed alleanza.
Nella sfera del “bello” sta scomparendo la dolcezza dell’animo, la cortesia, l’eleganza dell’essere e del fare; in quella del “buono” sta scomparendo il senso dell’onore, della lealtà, del rispetto del prossimo e soprattutto di se stessi, si sta perdendo ogni traccia culturale della gentilezza e della gratitudine. Non c’è più fiducia. Non c’è più pudore. E’ scomparsa ogni forma di regola. E’ scomparso il sorriso gioioso e spontaneo persino sul volto dei bambini che hanno scoperto come, sempre più spesso, l’orco cattivo è proprio in famiglia, quella famiglia ormai ridotta a brandelli e svuotata dei sacri potenziali e delle specifiche funzioni. Tutti soli, tutti chiusi in se stessi, tutti in fuga da qualcosa sempre più nevrotici, scontenti ed aggressivi.
Al contrario di come suggerisce una nota canzone italiana l’anima dell’uomo non vola più forse, perché ormai sommersa dal vergognoso pattume umano, è troppo pesante oppure, perché è assente.
Ad onor del vero va comunque sottolineato che parliamo di tendenza e di maggioranza, poiché in un piccolo scrigno, ignorato dai “cattivi”, è custodito accuratamente il più grande tesoro dell’uomo: la sua capacità di amare; prova ne sono quelle oasi di passione che ancora sopravvivono nonostante tutto.
Passioni come espressione di amore gratuito che vivono certi sportivi, certi artisti, certi artigiani o professionisti i quali nel fare ciò che amano possono ancora sentire l’anima volare e il senso pieno della vita. Questi, gli unici ricchi rimasti.
Dr.ssa Elisabetta Vellone