psiche anche figli famiglia sociale Lavoro mondo tempo essere tutti possibile società delle crisi sempre prima personale fenomeno capacità persona lavoro bambini giorno esperienza stato giovani propri incontro cookie nella mente persone parte proprio altri umano condizione nostro soprattutto dello nostra scuola genitore quando propria grande senso umana molto mentale
La dislessia decima parte
Per quanto concerne la valutazione è opportuno l’intervento di uno specialista. Quando si presenta il dubbio di un fenomeno di dislessia la segnalazione sarà indubbiamente a carico dell’insegnante in quanto è proprio a scuola che si manifesta la difficoltà di apprendimento. Se l’insegnante è sufficientemente convinto informerà
i genitori i quali provvederanno ad i dovuti accertamenti del caso. Relativamente all’età di detti passaggi, compresa la prassi dei test di accertamento, essa si aggira intorno ai sette anni in coincidenza dell’apprendimento della lettura e della scrittura che è poi la circostanza che produce la dislessia.
Relativamente all’atteggiamento rispetto ai compagni la strategia consigliata è quella di evitare assolutamente un’atmosfera di mistero intorno al soggetto (poiché nuocerebbe anche gli altri), ma favorire il rispetto reciproco e la collaborazione all’interno del gruppo ad esempio parlando apertamente del particolare sistema di apprendimento (con nozioni semplici) di certi compagni rispetto alla lettura e la scrittura.
Ci è stato chiesto come si può accendere una luce di speranza negli occhi di un bambino che si sente “inadeguato” fra i compagni, “accusato” dai genitori, “giudicato” dagli insegnanti vivendo la sua esistenza come un fallimento? L’affetto di chi lo ama da sollievo, ma ogni giorno tutto ricomincia da capo.
In una situazione come quella descritta il problema non è la dislessia; essa può anche essere una sua caratteristica, ma non la causa principale dei suoi problemi i quali sembrano invece da imputare ad un ambiente familiare patologico e disfunzionale non in grado di far fronte alle esigenze di un figlio in età di sviluppo.
Ovviamente in una tale situazione il piccolo svilupperà complessi vari e fragilità emotiva che lo indurranno a “piegarsi o spezzarsi”.
Per piegamento intendiamo il suo convincimento di non essere all’altezza, di essere scadente bloccando così la sua evoluzione e rassegnandosi ad un ruolo di soggetto senza pretese ai margini della così detta società dei normali; per spezzamento intendiamo una reazione di forte ribellione aggressiva che potrebbe sfociare in un carattere violento ed anche grave anaffettività, nonché comportamenti antisociali.
La luce della speranza, per il dislessico come per ogni bambino che cresce, è sempre accesa dall’amore, il rispetto e la considerazione che riceve dalle persone significative da non confondere però con l’amore/ elemosina: pena, pietà, compassione che producono danni pari a quelli del disprezzo.