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Devianza precoce e pedofilia
Maschio 60 anni coniugato da 33; una figlia sposata; due nipotini di 9 e 7 anni. Il paziente si rivolge a noi in quanto da circa un anno è afflitto da profondo dolore e senso di colpa per avere abusato della nipotina di 9 anni. Non nasconde di avere sempre guardato e fantasticato con grande piacere circa il corpo dei bambini.
Loro vivono all’estero e , come da prassi, erano in vacanza da noi durante l’estate o in occasione delle festività. Quel giorno erano tutti via e lei è rimasta con me. Abbiamo guardato un cartone e poi ha detto che era stanca e si metteva sul letto; poco dopo mi chiamò: nonno, nonno vieni anche tu …
.Era sul lettone con solo le mutandine gambe e braccia aperte e ripeteva: accarezzami nonno a me piacciono tanto le carezze e nessuno me le fa mai. Era come una donna, era maliziosa … non ho capito più niente! Dopo mi disse: non ti preoccupare è il nostro segreto. Sono una bestia, mi faccio schifo e non trovo più pace.
Sebbene la richiesta di aiuto sia stata presentata dall’uomo per se stesso, in questa sede, ci sembra opportuno considerare sommariamente anche il quadro disfunzionale della bambina. Dall’insieme delle informazioni disponibili sulla stessa il quadro ipotizzato è quello di una devianza precoce nella fattispecie ninfomania. In questa patologia evince una mania/fissazione della ricerca del piacere sessuale dettato inconsciamente da una forte esigenza di appagamento/piacere psicologico; il soggetto affetto da tale disfunzione perde ogni forma di autocontrollo e di inibizione in quanto dipendente da quell’ossessivo bisogno di “provare piacere”. Se si osserva il circolo vizioso che sostiene la ninfomania (più realizza tale piacere e più avverte il bisogno di provarlo) ci si rende conto che il comportamento nevrotico perpetuato è solo un surrogato simbolico di un piacere sano mancante. Si tratta di soggetti con gravi carenze affettive nella fase di formazione dell’IO dove l’appagamento emotivo frustrato può dar luogo alla ricerca di un appagamento simbolico che in quanto tale, non risolvendo il disagio, lo spingerà a ricercarlo sempre di più.
Spostando l’attenzione sul disturbo pedofiliaco dell’uomo ci poniamo la domanda di rito: che succede nella psiche di un adulto per cui viene attratto sessualmente da un bambino? Usiamo una metafora psicologica per cercare la comprendere la dinamica complessa che è alla base di questo disturbo. E’ noto come, generalmente, il figlio del genitore violento diventi a sua volta violento ed è altrettanto noto che generalmente si è portati a pensare: l’ha imparato da suo padre, ma non è esattamente così nel senso che non si tratta di un apprendimento classico, ma piuttosto di una scelta inevitabile.
Nelle dinamiche psichiche, in sede di edificazione del sé la psiche, per esigenze di equilibrio mentale, ha bisogno di definire “buono” ogni carattere che assume come proprio. I caratteri in questione sono assorbiti ed emulati da quelli proposti dagli adulti quali modelli di riferimento. Il bambino abusato non potendo rifiutare e condannare il suo modello/adulto in quanto ne ha bisogno, pena il rischio di dissociazione e disordine dello sviluppo mentale, è portato ad accettarlo e farlo proprio ed a sua volta da adulto con molte probabilità riproporrà lo stesso comportamento. Altro aspetto da sottolineare nel comportamento in questione è il viraggio della componente affettiva. E’ noto come il pedofilo dichiari spesso di amare i bambini di cui abusa, ma in realtà si tratta di una catarsi nel senso che nell’abusare, contemporaneamente, ripropone il suo carnefice, ma anche se stesso come vittima e provando amore per il bambino di cui abusa, simbolicamente, da amore al sé bambino abusato.
E’ comprensibile come entrambi i disturbi di cui sopra siano generati da esperienze traumatiche infantili. Anche in questi casi la terapia deve mirare alla elaborazione del trauma o delle varie esperienze traumatiche annidate nell’inconscio per liberare il soggetto al fine di riappropriarsi della propria libertà psichica.
Dr.ssa Elisabetta Vellone