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Se non ci accontentiamo del solo guardare … forse riusciamo a vedere
Roma: Galleria d’arte moderna
Abbiamo osservato una famigliola composta da padre, madre e tre figli (9-15-16 anni) in visita alla galleria. Dello stesso gruppetto faceva parte anche una giovane coppia under 30 ove lei è la sorella della signora con rispettivo consorte. Il padre fa da spartiacque e si avvicina alle opere esposte facendo un po’ da cicerone,...
sua moglie ascolta e con la coda dell’occhio invita i ragazzi ad avvicinarsi, ad ascoltare ed osservare; all’invito dei genitori i ragazzi portano il corpo in avanti sgomitando qua e la, ma con gli occhi incollati sul cellulare e il ditino nervoso che accelera la chiusura dell’operazione in corso fatto ciò lasciano cadere il braccio lungo il corpo, guardano in direzione del genitore con occhi da circostanza mentre la mano stringe fedelmente il telefonino. Papà parla, spiega, racconta mentre i tre con l’espressione di tre folletti in pena, furtivamente posizionando lo schermo all’altezza dell’anca per poter guardare fugacemente in esso ove in due-tre tempi riescono a compiere la frenetica missione/messaggi per poi far cadere di nuovo il braccio lungo il fianco. Mamma e papà si accorgono che mancano gli sposini, li cercano con gli occhi fra i presenti e scoprono che lui è in fondo non è ancora entrato nella sala, perché sta facendo una telefonata e lei qualche passo più avanti è intenta ad inviare un messaggio …
Uscita dalla scuola: sezione medie
Uno sciame uniforme di giovinetti, ne bambini ne ragazzi, si apprestano verso l’uscita. Semicurvi sotto il peso degli zaini somigliano ai partenti in una staffetta olimpionica. La maggior parte di essi sono alle prese col cellulare in mano mentre si accalcano ad uscire; fra un’occhiata all’asfalto e l’altra alla tastiera sembrano gareggiare a chi ci riesce per primo. Saliti in macchina e liberatisi del fardello sullo spalle si coglie l’espressione che finalmente possono godersi l’universo incantato dentro quel telefonino mentre a monosillabi annuiscono alle retoriche eventuali domande del genitore alla guida …
Roma di notte: ristorante tipico del centro
Una bella famiglia romana festeggia l’ottantacinquesimo compleanno del nonno. Con lui tre figli di mezza età e rispettivi partner, sei nipoti con prole a seguito, ovvero cinque pronipoti. Quattro generazioni radunate intorno ad una mega tavola imbandita. Tanto movimentare, tante voci e tanti trilli di cellulari fantasiosi; dal bue che muggisce a quello di un dolce suono del carillon non manca proprio nulla. Stuzzicando gli antipasti nonno racconta del dopoguerra ai suoi generi mentre le signore conversano fra di loro, i nipoti ormai tutti intorno ai trenta parlano di lavoro, di tanto in tanto a turno si alzano per trovare un angolo tranquillo e rispondere al cellulare; i cinque pronipoti con età dai sette ai dodici anni sono incollati sullo schermo del telefono a testa bassa sembrano come assenti ovviamente approvati dai genitori che soddisfatti commentano: meno male cosi stanno tranquilli …
I flash proposti di vita in diretta sono solo una limitata campionatura dei comportamenti che testimoniano lo sbrago valoriale e la mala educazione che spesso evince nel quotidiano sociale denunciando la sempre maggiore incapacità degli adulti di fronte al compito educativo, ma anche una subdola volontà generale a promuovere la cultura dell’istinto e della decadenza. I nostri bambini (ma non solo i bambini) sono sempre meno capaci di dialogare, di confrontarsi e condividere, di vivere pienamente il momento presente partecipandolo. E’ solo nell’incontro umano che si realizza la magia del contatto, del vero scambio e della reciproca conoscenza; nel confronto e nel dialogo il veicolo della comunicazione non è soltanto la parola, poiché tutto il non verbale viene attivato creando un’atmosfera di multi frequenze capace di sintonizzare in maniera unica i partecipanti. Le famiglie hanno smesso di parlare e di condividere, non c’è il tempo, si preferiscono i segnali di fumo o sms; le persone stanno perdendo il piacere di relazionarsi preferiscono chattare, raccontare di se al vento; i giovani e giovinetti si rivelano sempre più spesso solitari goffi e tecno dipendenti e intanto le prestazioni scolastiche sono sempre più scadenti mentre aumentano i casi di iperattività e quelli di disturbi dell’apprendimento, potrebbero essere in relazione i due fenomeni?
Dr.ssa Elisabetta Vellone