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Quarto incontro con Maria
Quarto incontro con Maria 1^ parte)
In questa seduta la paziente arriva manifestando un senso di fierezza.
P – dottoressa, sono molto contenta, anche se credo di aver fatto una gran confusione nel compito, anche se sento che comincio a capirci qualcosa , voglio dire che non era difficile capire che ci sentiamo secondo i pensieri che facciamo. Vengo al dunque: domenica ... mia madre mi ha chiesto di darle una mano in cucina visto che avevamo ospiti; io istintivamente- come mio solito- mi sono contrariata alla sua richiesta ( che p..! ho pensato, ti pareva che mi lasciava in pace!, ma poi dentro di me mi sono detta: ma è vero che mamma non doveva chiedermi di aiutarla? E la risposta ragionata è stata no, non è affatto vero!, perché lei è libera di chiedere qualunque cosa! Non c’è nessuna legge che vieta alle persone di chiedere una cosa e subito mi sono sentita più tranquilla; poi sempre dentro di me mi sono detta: ora io sono libera di rispondere si oppure no; ed ho continuato: non c’è nessuna legge che dice : si, la devo aiutare oppure no, non la devo aiutare. Ho scelto di rispondere si, perché mi pareva giusto darle una mano.
D – complimenti Maria, perché quello che hai fatto domenica è un ottimo intervento di disputa e ridefinizione del pensiero irrazionale automatizzato che come hai visto ti ha subito modificato la risposta emotiva; il C spontaneo di rabbia si è velocemente evoluto in un C di accettazione e desiderio di disponibilità.
P – si, ma questo lo so perché mi è stato possibile, perché mi sono allenata tutta la settimana, mentalmente, sul ripasso della discussione di quel primo pensiero della vergogna: il “ Faccio schifo”
D – certo Maria, è proprio così che funziona. Se noi apprendiamo un’abilità mentale in una certa circostanza non è che quella abilità resta legata a quella unica circostanza in cui l’abbiamo appresa, ma si estende spontaneamente a tutte le circostanze in cui risulta utile. Ti ricordi quando a scuola hai appreso il criterio della moltiplicazione? Magari il contesto richiedeva di sapere quanti soldi avrebbe speso la mamma per comperare otto pacchetti di caramelle che costavano X al pacchetto. Quando ti appropriasti del significato e funzionamento di quella moltiplicazione iniziasti ad applicarlo spontaneamente tutte le volte che ti si proponeva un quesito simile.
P – si, è proprio così, infatti quando applico il tridente mi viene sempre più veloce la risposta se è vero o è falso!
D – allora andiamo avanti e vediamo cosa hai fatto con gli altri pensieri irrazionali relativi alla tua vergogna.
P – si, eccoli sono qui, ma devo dirti una cosa: lo sai che mi sembro più tranquilla rispetto a me stessa? Venerdì era il compleanno di mia cugina e c’erano alcuni suoi amici, non solo sono andata alla sua festa, ma una volta lì è come se mi fossi dimenticata di me ed ho fatto anche delle amicizie. Alcuni di loro mi hanno chiesto di essere presente alle loro future feste.
D – bene, molto bene! E potresti spiegarmi cosa è accaduto?
P – mi verrebbe da rispondere che non è accaduto nulla, ma so che devo chiedermi cosa pensavo di me che mi ha fatto sentire tranquilla. Mi sentivo simpatica e vedevo che la gente parlava volentieri con me questo mi faceva pensare che allora non era proprio vero che faccio schifo; quando sono andata in bagno con altre due ragazze e ci siamo fermate davanti allo specchio mi sono detta: ma mica sono tanto diversa da loro?!
D – ottima disamina! Infatti “ come volevasi dimostrare” se descrivi te stessa in maniera razionale e corretta le emozioni saranno adeguate, corrette e quindi di tipo positivo.
P - allora, gli altri 3 B erano:ho la faccia da topo, sono inguardabile, ho gli occhi da morta. Ho subito applicato il tridente a questi miei tre pensieri( presunzioni irrazionali) e la mia risposta è stata eccola quì: non è affatto vero che ho la faccia da topo, perché il topo à un animale non una persona, io sono una persona con una faccia da persona, non ho il muso con i denti accuminati e le orecchie pelose;